4 pensieri riguardo “Muri Mostri

  1. Ho paura del muro …ho paura del silenzio che subisco perché ho sempre una gran fame di soluzione …di calma …di abbraccio …di buttarlo via subito quel muro…ed è questa la mia trappola..mi sento intrappolata perché voglio parlare e non posso farlo …non posso insistere perché devo devo devo rispettare l’altro e il suo silenzio. Quando finisce la trappola…quando l’altro ti da la possibilità di poterti confrontare forse …si è in due… sempre in due a risolvere le cose e non attendo altro che questo.

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    1. Cara,

      non sai quanto ti capisco.
      Il muro è qualcosa che ci intrappola: è un’immagine che racchiude in sé una sensazione pesantissima e soffocante. In “Muri Mostri” cerco di evidenziare l’importanza del dialogo e del tempo speso per il confronto proprio perché, a mio parere, troppo silenzio può anche appesantire il dolore reciproco: un dolore spesso inutile e che magari potrebbe essere sciolto in maniera semplice, dedicando qualche minuto in più a una conversazione sana e pacifica.
      Nelle incomprensioni, il silenzio, così come la parola sono armi che vanno gestite con cura, ma il focus, secondo la mia opinione, deve sempre essere l’abbattimento di questi muri: occorre consapevolezza e una forte volontà di non ferire l’altro, di restare lucidi e di andare nella stessa direzione, ossia la voglia di risolvere il problema insieme costruendo fondamenta solide.
      Anche il troppo silenzio può ferire in maniera eccessiva, perciò l’ascolto deve essere profondo e attivo da entrambe le parti per poter giungere al traguardo in maniera costruttiva.

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