Morire dentro, ma reagire fuori. Vedere nero, ma cercare la luce.

“Oggi mi sono svegliata particolarmente a terra, particolarmente fiacca, particolarmente demotivata. Non ho sostanziosi motivi per alzarmi da questo letto, da questo posto, da questo buio. Vorrei scomparire, fare altro, magari fare niente. Oggi tutti gli obiettivi che mi ero prefissata hanno valore pari a zero, la mia energia si arrende.
Non mi piaccio così, sento una smania preponderante, sono nel posto sbagliato, al momento sbagliato, la mia anima si spegne.
Io non appartengo a tutto questo.
Vorrei svegliarmi la mattina e amare quello che mi aspetta, amarlo fino in fondo, riconoscermi pienamente! Basta! È ora di uscire! È ora di reagire!”
Ti ha mai divorato anche solo uno di questi pensieri? Ok, allora torniamo a noi…
Morire dentro, ma decidere di uscire fuori:
sentire l’aria fresca che pizzica il volto, la pioggia che risana la pelle, il sole che l’abbraccia generosamente, chiedere conforto a un amico perché chiedere aiuto è importante, innamorarsi del poco che comunque vada scalda sempre, appassionarsi di qualcosa di nuovo per vivere pienamente, scoprire un angolo sconosciuto di un posto a noi caro, camminare per ricordarsi che fortuna abbiamo di poterlo fare liberamente, piangere svuotando l’energia negativa che ci appesantisce la mente, cercare una via d’uscita e puntare alla luce che s’intravede dal tunnel, chiedersi che cosa amiamo fare e perseguire ogni sogno che ci rinvigorisce lo spirito, ogni follia che ci disseta il cuore, ogni idea che ci rallegra l’anima.

Morire dentro, ma decidere di uscire fuori non è così semplice come la melodia delle parole.
Per cercare quella luce, per trovare quella forza, per riempirsi di coraggio, talvolta è necessaria una maschera: sì, una maschera!
Fingo, ma esco.
Decido di fingere e lo faccio per reagire.
Sono ipocrita? Sono folle? Sono giudicabile?
Sono io, doppiamente io, e la sottile differenza è che ne sono consapevole: sono cosciente della mia voglia di nuovi obiettivi, di sorridere appieno, di riconoscere ancora il bello e per farlo, oggi, uscirò con la versione migliore del mio volto, lottando contro il malessere che ho dentro! Reagirò!”

Fingere è ipocrisia. Fingere è anche terapia. Fingere è riprovevole. Fingere è anche inevitabile. Maschera è falsità. Maschera è anche necessità. Maschera è sotterfugio. Maschera è anche rifugio.
Se la maschera non lede nessuno, se la finzione è un momentaneo porto sicuro, se tutto questo giova alla propria rinascita… siamo davvero sicuri che ci sia qualcosa di male? O forse, indossarla, è del tutto normale?
Grazie per aver letto fino a qui, ogni tuo pensiero sarà accolto a braccia aperte.
Bellissimo piccola veramente attuale in questo periodo difficile che stiamo vivendo… Per come sono fatto io mettere una maschera ok in alcuni contesti può essere una soluzione ma non ci si può nascondere da quello che si è veramente o almeno io non riesco forse è per questo che mi sento sempre più fuori da questo mondo…. ♥️
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Grazie Matti, tu hai un cuore molto grande e un animo molto sensibile ❤
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